NUMERO 9
AGOSTO 99
 

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GIUSEPPE CASA

Casa è uno degli ospiti “storici” di ‘tina, visto che un suo racconto compariva addirittura nel numero 0. Da allora suoi pezzi sono apparsi in numerose riviste di narrativa e sono stati raccolti in un volume pubblicato da Transeuropa. Alla vigilia del suo primo romanzo, torna su ‘tina con un pezzo perfettamente rappresentativo del suo modo scarno e acido di raccontare. La storia di una bambina schiava che lavora per una ditta italiana, ispirata a un fatto di cronaca. Lo stile di Casa fa molto sorridere, il substato reale della vicenda fa spavento.

Dove c'è un bambino

nelle notti malate sento la fame la sete il caldo, la morsa del calore nel buio allora mi alzo bevo una ciotola di tè verde mi passa tutto se sto calma un attimino.

da quando sono tornata a vivere qui a Zang Zhi nella mia capanna nel villaggio dei poveri dove sono nata nell’ottantuno la mia vita non è più bella come pensavo.

mi chiamo Yoshico e i miei genitori sono morti l’anno scorso di febbre gialla. In Cina c’è questa febbrone giallo che ti uccide.

qui a Zang Zhi non c’è niente per me che sia vita: nella capanna non c’è niente per me che sia casa. C’è la stuoia dove dormo e uno sgabello dove mi siedo a riposare e a guardare la gabbia vuota dell’uccello. Qualcuno mi porta il brodo di riso bollente e sto benone, ma però non tutti i giorni a causa della vita di qui che è povera e contadina.

il mio sogno nel cassetto per essere sincera è di farmi questa chirurgia plastica: mi faccio la faccia mi faccio il seno mi faccio le gambe mi faccio anche un po’ di culo perché voglio essere bella non brutta come sono adesso.

il governo Cinese purtroppo non fa niente per la mia chirurgia plastica e sto aspettando perché la vita qui senza la tecnologia moderna non è bella come quella che facevo una volta a Honk Kong.

quando vivevo ad Honk Kong era tutto bellissimo passavo le giornate dove lavoravo alla Zhili, nella fabbrica del mio onorevole signore e padrone Takashi nello Shenzen che fa i prodotti per la Bricco dove c’è un bambino.

la Bricco dove c’è un bambino è un tipo di marchio italiano vincente che tira un casino e è entrata in tutte le case cinesi oggi come oggi in Cina.

nella fabbrica della Bricco dove c’è un bambino lavoravo quelle dodici-quattordici ore al giorno guadagnavo dalle cinquanta alle cento sterline al mese per cui stavo benone con le mie compagne in mensa a mangiare tutti i giorni pollo alle mandorle riso alla cantonese anatra all’arancia nuvolette di gambero vitello fritto quello che volevo.

i ragazzi che c’erano ci corteggiavano un casino con i mazzi di crisantemi gialli le orchidee rosse per cui dopo era tutta una lotta, per noi facevano il Kung Fu e tutto il gusto che c’era tutti i sensi che c’erano erano un impero dolcissimo che volevi che non finisse mai questa tirannia dell’amore.

e tutta questa vita che vivevo grazie alla Bricco dove c’è un bambino era la mia vita di Honk Kong che scorreva felice come un fiume.

poi un giorno erano le due di pomeriggio del novantatrè e stavo riposando un attimino nel dormitorio che c’è nella fabbrica della Bricco dove c’è un bambino e è subito divampato l’incendio e tutti scappiamo scappiamo non troviamo una porta aperta una finestra aperta da nessuna parte dentro la fabbrica della Bricco dove c’è un bambino, tutti i cancelli chiusi le inferriate chiuse le porte sbarrate tutta la fabbrica chiusa per i ladri che ci sono sempre.

le fiamme che c’erano cercavano di prenderci come lingue di draghi gialle rosse azzurre arrabbiati con noi ma io scappavo scappavo dappertutto fuggivo dalle fiamme fumo orsacchiotti fiamme biberon bavaglini fiamme fumo giocattolini fumo fiamme cinesine che bruciavano si liquefacevano al fuoco veloce come delle barbie allo spiedo.

per cui dopo io non risultavo tra le ottantasette ragazzine incendiate carbonizzate, io ero una delle salvate con l’acqua con le ustioni sulla pelle saldata agli orsacchiotti ai succhiotti ai biberon ai giocattolini della Bricco dove c’è un bambino.

grazie a Buddha sono ancora viva e un giorno forse mi faranno la chirurgia plastica, mi faranno bella come ero prima, ma per adesso ci sono tutti questi bambini che vengono da me a giocare con tutte le cose moderne di Honk Kong che ho sulla mia pelle della Bricco dove c’è un bambino.

 

 
Dicembre 2006

 

è online

Intro

FRANCESCA RAMOS
Domenica

FEDERICO MIOZZI
TEMA : “Racconta la tua settimana bianca”

MICHELE ROSSINI
Dentro una batana bianc’azzurra

GIORGIO FONTANA
In tempo di pace

ALESSIO ARENA
Il Santo


NOTE BIOGRAFICHE

 

SPECIALE
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